Sai che bere troppa acqua può farti male?
Il fabbisogno di acqua cambia nell’arco della vita. Ogni individuo dovrebbe bere una quantità di acqua che andrebbe calcolata in base al peso, altezza, attività svolte durante la giornata, ore di sonno, attività sportiva, condizioni fisiologiche.
Per capire se l’acqua che si sta assumendo è sufficiente viene proposto il modello “colore pipì”, sul presupposto che il colore delle urine è correlato al grado di osmolarità (concentrazione) delle stesse.
Le urine non dovrebbero essere troppo scure, ma neanche troppo chiare, poiché in questi casi si potrebbe andare incontro a iperidratazione.
L’iperidratazione si verifica quando l’organismo assorbe più acqua di quanta non ne perda e può insorgere anche quando si beve più acqua di quanto necessario per l’organismo. I soggetti, in particolare gli atleti, che assumono una quantità eccessiva di acqua per evitare la disidratazione possono sviluppare iperidratazione. Inoltre, le persone possono assumere una quantità eccessiva di acqua a causa di un disturbo psichiatrico che prende il nome di polidipsia psicogena. Il risultato è una quantità eccessiva di acqua e una quantità insufficiente di sodio.
Pertanto, l’iperidratazione generalmente causa una riduzione dei livelli di sodio nel sangue (iponatriemia), che può essere pericolosa, specie se ipofisi, reni, fegato e cuore non funzionano normalmente. In generale, però:
L’iperidratazione è molto più comune nei soggetti in cui l’escrezione urinaria non avviene normalmente, come accade ad esempio in caso di malattie cardiache, renali o epatiche oppure nel caso di neonati prematuri, i cui reni sono immaturi. Anche determinati farmaci, come alcuni antidepressivi, possono causare iperidratazione in soggetti predisposti.
L’iperidratazione può anche manifestarsi nella sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico, in cui l’ipofisi secerne vasopressina in eccesso che stimola i reni a trattenere l’acqua!
Per conoscere il tuo stato di idratazione puoi sottoporti alla BIA!